Quando si parla di incontinenza urinaria sono tanti gli argomenti che ancora restano “tabù”, come abbiamo visto più volte nel nostro blog. Tra questi c’è anche una situazione che crea particolare imbarazzo in chi ne soffre: l’incontinenza maschile durante i rapporti sessuali, in medicina nota con il nome “climacturia”.
Gli effetti sono gli stessi che abbiamo visto nel post dedicato a incontinenza e sessualità: ansia, perdita dell’autostima e frustrazioni che possono innescare alcune tra le più comuni disfunzioni, fino a paralizzare il desidero sessuale e ad incidere sul rapporto di coppia.
La climacturia si manifesta infatti come un orgasmo accompagnato dalla fuoriuscita di urina, prima o durante l’eiaculazione, e questo comportamento fisiologico, benché assolutamente involontario, può creare situazioni spiacevoli nell’intimità.
La causa della climacturia molto spesso viene rintracciata in una prostatectomia radicale, ossia l’asportazione della prostata, tanto è vero che circa 1 persona su 5 che sono state sottoposte a un intervento chirurgico del genere ne soffre.
In realtà alcune stime meno ottimistiche riferiscono di un 43% di incidenza della climacturia su chi ha subito l’asportazione della prostata. Questo è vero sia perché non si è ancora stati in grado di indagare fino in fondo questa disfunzione, sia perché molti di quelli che ne soffrono evitano di parlarne con un medico per imbarazzo, confidando nel fatto che possa essere una situazione temporanea.
La climacturia, però, può avere conseguenze anche sulle dinamiche di coppia: diversi uomini che ne soffrono, infatti, rinunciano ad avere dei rapporti sessuali apparentemente senza motivo, tenendo le partner all’oscuro delle ragioni delle proprie difficoltà.
Nonostante l’orgasmo maschile associato all’incontinenza urinaria sia, ad oggi, un universo in larga parte ancora da esplorare, gli studi medici attualmente più accreditati ipotizzano che la climacturia sia dovuta all’impatto che ha l’intervento di prostatectomia radicale su nervi e tessuti che circondano la prostata.
Per limitare gli effetti della climacturia, la International Society for Sexual Medicine (ISSM) suggerisce di seguire alcuni accorgimenti e tenere particolari tipi di comportamenti in grado di arginare il fenomeno.
Il primo consiglio è svuotare la vescica, urinando prima di iniziare un rapporto sessuale; anche la ginnastica del pavimento pelvico, insegnata da uno specialista, ha dimostrato di avere dei buoni risultati nel trattamento dell’incontinenza urinaria anche negli uomini: un percorso di terapia della durata di tre mesi si è dimostrato notevolmente efficace in questo senso.
Ancora, a chi soffre di climacturia si suggerisce di non chiudersi in se stesso: il dialogo con la partner è fondamentale, anche perché altrimenti questa potrebbe sentirsi esclusa, messa da parte senza un reale motivo, e quindi diventare distante o diffidente.
Esistono poi degli speciali elastici in silicone da applicare sul pene prima di un rapporto: possono essere regolati in base alla comodità di chi li indossa e hanno la funzione di comprimere l’uretra in modo che l’urina non possa uscire durante l’orgasmo.
In tutti i casi la cosa più importante è parlare con il medico di base o con gli specialisti di riferimento, dall’urologo allo psicologo passando per il fisioterapista (in base a quali sono i principali ostacoli da rimuovere): con un percorso di cura e di confronto opportunamente concordato e seguito, di norma la climacturia migliora in 12/24 mesi e si può arrivare anche alla guarigione.
Le informazioni ed i consigli offerti su questo sito assumono carattere generale e prescindono da un esame specifico di singole problematiche soggettive e, pertanto, non sostituiscono in alcun modo i consigli del vostro medico curante o specialista. I suddetti contenuti, le informazioni ed i consigli offerti non sono da intendersi, pertanto, come universalmente idonee e/o corrette, nè come diagnosi e/o prescrizioni per problemi di salute. A tale riguardo si precisa che il sito incontinenzaonline.com non può essere ritenuto in alcun modo responsabile per le informazioni che dovessero rivelarsi soggettivamente inappropriate o involontariamente dannose per singoli soggetti