È facile immaginare come l’incontinenza, sia maschile che femminile, possa compromettere la qualità della vita.
Come abbiamo visto, però, non si tratta “solo” di cominciare a cercare la toilette con più frequenza e urgenza: i disturbi del basso tratto urinario, infatti, talvolta sono la “spia” di qualche problema di salute più generale.
Non c’è solo questo: soffrire di incontinenza urinaria può generare infatti ansia, imbarazzo, perdita della fiducia in sé, e purtroppo queste situazioni rischiano di innescare frustrazioni che sono alla base di alcune tra le più comuni disfunzioni sessuali correlate.
Nei bambini e negli adolescenti, per esempio, non riuscire a trattenere lo stimolo a urinare (situazione per cui, come abbiamo visto, si parla di enuresi) può ritardare il raggiungimento della piena maturità sessuale; il controllo sfinterico è infatti, seppur inconsciamente, alla base dell’autostima di ogni persona: non riuscire a raggiungerlo può rallentare il percorso di maturazione del bambino e del ragazzo.
Se l’incontinenza compare in età adulta, invece, spesso viene interpretata anzitutto come un segno di un generico “invecchiamento”. La situazione, però, è molto più varia e complessa.
L’incapacità di controllare l’espulsione di urina e la diminuzione del tempo tra una minzione e l’altra portano le persone a sentirsi condizionate nei loro movimenti: è così che anche attività “comuni” come mettersi al volante per andare al lavoro o fare la spesa possono trasformarsi in fonte di ansia, indipendentemente dall’età.
La sensazione di avere sempre addosso l’odore di urina o il sentirsi “bagnati” a causa di episodi di incontinenza, però, compromette anche l’autostima. Questo porta molte persone, e le donne in particolare, a sentirsi tutt’altro che attraenti e desiderabili, un fatto che può arrivare a paralizzare il desiderio sessuale.
Anche l’incontinenza da stress o da urgenza possono avere delle conseguenze sull’intimità: per il timore di sperimentare perdite di urina durante il rapporto, infatti, alcune donne soffrono di disfunzioni dell’eccitazione sessuale e dell’orgasmo che possono compromettere l’intesa col partner.
È così che anche i rapporti rischiano di diventare fonte di frustrazione anziché di piacere, e la sensazione può essere aggravata dalla riduzione fisiologica della lubrificazione vaginale che si manifesta durante la fase della post menopausa.
Il legame tra funzione urinaria e funzione sessuale nella donna è così stretto da aver suggerito il ricorso a trattamenti medici che vadano di pari passo su entrambi i fronti, in modo da cercare di restituire una buona qualità della vita sotto tutti e due i punti di vista.
Al momento, le terapie che hanno dimostrato di funzionare meglio sono quelle che incidono sul trofismo pelvico sia mediante l’assunzione di ormoni (estrogeni) che attraverso il ricorso a tecniche di rilassamento come gli esercizi di rafforzamento del pavimento pelvico.
Uno studio svolto dalla Dott.ssa Gianna Borghero per l’Università di Sassari su un campione comunque limitato di donne (206) ha dimostrato come la combinazione di queste due terapie sia efficace per il trattamento dei disturbi urogenitali in menopausa e possa portare a un miglioramento complessivo della qualità della vita.
Per quanto riguarda gli uomini, alcuni disturbi della prostata (o alcuni effetti collaterali che si manifestano dopo operazioni chirurgiche alla prostata) possono causare sia incontinenza che impotenza.
Più in generale, nonostante sembri essere un fenomeno più diffuso nell’universo femminile, anche gli uomini che soffrono di perdite di urina possono avere difficoltà a sentirsi a proprio agio nella sfera intima.
Come abbiamo detto spesso, l’incontinenza è ancora un tabù, a maggior ragione quando è vincolata alla qualità della vita sessuale, però importantissima per l’equilibrio emotivo di ogni individuo.
Per questo è necessario superare ogni imbarazzo e poterne parlare con fiducia al medico: solo così sarà possibile iniziare una terapia che, arginando l’incontinenza, migliorerà anche la sfera intima.
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