Finora abbiamo parlato prevalentemente di incontinenza – intesa come qualsiasi perdita di urina, a prescindere dalla sua causa – che si manifesta in persone adulte ed anziane: ma come si chiama il fenomeno che porta i bambini ad essere incontinenti, specialmente la notte?
In questo caso si parla di enuresi, ovvero un tipo di incontinenza che colpisce i bambini e, talvolta, gli adolescenti; tuttavia il termine “enuresi” è generico, dato che più nello specifico questo fenomeno ha due manifestazioni diverse:
- enuresi notturna monosintomatica: capita di notte ed interessa i bambini fino ai 6 anni circa;
- enuresi polisintomatica: può manifestarsi nei bambini e negli adolescenti da 5 a 16 anni circa; le perdite di urina in questo caso sono sia notturne che diurne.
Nonostante la conseguenza sia la stessa per entrambi i tipi di enuresi (ovvero la perdita di urina), le cause sono diverse.
Infatti l’incontinenza notturna nei bambini è considerata fisiologica fino ai 5 anni di età circa; questo perché – in linea generale – nei bambini il controllo vescicale si stabilizza tra i 3 e i 5 anni e inizia prima durante il giorno e solo successivamente durante le ore notturne.
L’enuresi notturna che si manifesta dopo il quinto anno di vita del bambino non viene più considerata come fisiologica ma passa a essere definita patologica, poiché accade quando presumibilmente il controllo vescicale è maturo oppure perché sono presenti cause fisiche che causano le perdite di urina (come, per esempio, problemi congeniti dell’apparato urinario).
Oltre che fisiche (come lo sviluppo tardivo della vescica, infezioni urinarie o disfunzioni ormonali), le cause dell’enuresi notturna possono essere anche psicologiche: cambiamenti importanti, rotture nell’equilibrio familiare, ansia, gelosia, pressione, sono tutti fattori in grado di scatenare questo problema nei bambini.
Tra le cause più comuni dell’enuresi polisintomatica (ossia quella che si manifesta anche negli adolescenti e con perdite di urina anche durante il giorno) ci sono invece le contrazioni involontarie del muscolo detrusore, ovvero quello che avvolge la vescica e che si contrae quando dobbiamo urinare, in modo tale che l’urina esca.
Questo muscolo è rilassato quando non stiamo urinando, e permette così alla vescica di riempirsi: se invece il muscolo si contrae involontariamente – senza che sia il nostro cervello a dargli l’ordine di farlo – la conseguenza sono le perdite di urina tipica dell’enuresi polisintomatica e di altre forme di incontinenza.
L’enuresi è quindi un’altra manifestazione dell’incapacità – dovuta a cause diverse – di trattenere volontariamente l’urina: la differenza sostanziale con l’incontinenza urinaria è che l’enuresi è un fenomeno legato all’età pediatrica o adolescenziale.
Come l’incontinenza che si manifesta negli adulti, però, l’enuresi può incidere negativamente sulla qualità di vita del bambino o del ragazzo che ne soffre: per questo motivo, è necessario un adeguato supporto da parte dei genitori e – se necessario – anche un sostegno medico o psicologico.
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