Ad alcuni uomini capita spesso di avere piccole perdite di urina subito dopo aver fatto pipì; sono solo poche gocce, che però possono restare addosso lasciando aloni e odori e creare imbarazzo. Si tratta di una condizione normale di cui non è il caso di tenere conto? Non proprio…
Benché sia piuttosto comune, infatti, questo fenomeno può essere il sintomo di problemi alle basse vie urinarie – come lo svuotamento incompleto della vescica o qualche patologia della prostata – tanto che, in termini medici, queste perdite hanno un nome ben preciso: si parla infatti di “terminal dribbling” o, in italiano, sgocciolamento post-minzionale.
I sintomi del terminal dribbling sono abbastanza semplici da riconoscere: quando si ha la sensazione di uno svuotamento incompleto della vescica, oppure il flusso di urina durante la minzione tende progressivamente a scemare diventando via via più debole, deve suonare il “campanello d’allarme” che suggerisce di rivolgersi al medico di base o a uno specialista per una valutazione clinica della situazione.
Si parla di sgocciolamento post-minzionale quando questi segnali non sono temporanei, e magari dovuti allo stile di vita del periodo, ma quando la perdita è ricorrente. Spesso poi il terminal dribbling è associato ad altri sintomi come il bruciore o il dolore durante la minzione, la difficoltà a espellere l’urina nonostante si senta lo stimolo a liberarsi (fino alla cosiddetta urgenza minzionale) o l’incontinenza da rigurgito.
Lo sgocciolamento post-minzionale può essere dovuto anche a un ingrossamento della prostata, che – come abbiamo visto – può arrivare fino a comprimere l’uretra limitandone la capacità di portare l’urina dalla vescica all’esterno.
A confermare questa tesi è anche uno studio, pubblicato nell’agosto del 2015, che ha cercato di individuare un legame tra l’ipertrofia prostatica e questa forma di incontinenza: su 578 uomini affetti da ingrossamento della prostata più del 39% ha manifestato il terminal dribbling, mentre oltre il 27% presentava indicatori oggettivi dell’esistenza di questa problematica nell’uroflussometria.
Ancora, lo sgocciolamento post-minzionale può essere imputabile a una scarsa tonicità dei muscoli del pavimento pelvico, una situazione rispetto alla quale gli esercizi di Kegel hanno dimostrato di essere particolarmente efficaci.
Per quanto semplici da individuare, quindi, i sintomi del terminal dribbling possono essere anche temporanei e scemare nel tempo: per questo è bene prestare attenzione all’evoluzione della frequenza e della consistenza delle manifestazioni, in modo da presentare allo specialista un quadro il più possibile completo e preciso della situazione.
Grazie a questa attenzione e al confronto con un medico, il terminal dribbling può anche diventare la “spia” precoce di un problema che può essere approfondito tempestivamente, affrontato e limitato, quando non addirittura completamente risolto.
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